“Un colloquio clinico è un incontro tra una persona che soffre e cerca aiuto, e un’altra a cui è richiesto qualcosa di più del semplice ascolto”
MacKinnon e Tudosky
Il primo colloquio ha come obiettivo principale la conoscenza reciproca: psicologo e paziente si scambiano inizialmente alcune informazioni relative alla conoscenza personale e alle problematiche principali che hanno motivato il paziente a richiedere la consulenza.
Primo e fondamentale scopo è quello di capire “chi è” il paziente e “qual è la sua richiesta”più o meno esplicita. Per questo lo psicologo farà anche una raccolta anamnestica, raccoglierà insieme al paziente i dati principali dal racconto della sua storia di vita.
Nel primo colloquio, lo psicologo fornisce al paziente alcune informazioni relative al setting, alle sue personali competenze professionali e al suo approccio terapeutico, rendendosi disponibile ad accogliere eventuali richieste specifiche, domande, curiosità circa le modalità della consulenza e la relazione terapeutica.
Dal primo colloquio è possibile poter trarre un quadro generico del tipo di problematiche emotive attuali del paziente e delle tensioni esterne ed interne che hanno fatto sì che i sintomi esplodessero proprio in questo momento. E’ anche per questo motivo che il contesto di vita del paziente non è affatto trascurabile e permette, anzi, di comprendere meglio l’influenza che esercita sui suoi problemi emotivi, determinando fino a che punto le persone e le circostanze di vita saranno di ostacolo o di appoggio al trattamento.
Deciso di iniziare un percorso di sostegno, l’incontro si concluderà con la definizione delle “regole esplicite del contratto” (frequenza e durata delle sedute, modalità di setting, onorario, ecc.)
Il contratto sarà adatto a quel paziente, in quel particolare momento della sua vita, e si baserà sulla sua motivazione a cambiare, e sulle sue risorse disponibili.