I sintomi del deficit dell’attenzione e iperattività tendono ad essere notati già in tenera età, per diventare poi più evidenti in presenza di specifici cambiamenti, come l’inizio della scuola; la maggior parte dei casi vengono infatti diagnosticati tra i 6 e 12 anni di età.
Le caratteristiche dell’ADHD:
Come si comporta un bambino con ADHD?
Nello specifico, quando siamo in presenza della sindrome da ADHD, la disattenzione può manifestarsi nell’ambiente scolastico, lavorativo o sociale.
Si riscontra una incapacità di prestare attenzione ai particolari e una elevata propensione alla distrazione nei compiti, che risultano disordinati e privi di cura.
Anche nel gioco vi è difficoltà a mantenere l’attenzione, specie nella spiegazione delle regole, momento in cui i bambini sembrano non ascoltare quanto si dice loro. Spesso passano da un’attività ad un’altra senza portarne a termine alcuna proprio perché in preda ad una continua difficoltà a mantenere l’attenzione su di una cosa in particolare. Motivo per cui detestano i compiti che richiedono un’attenzione prolungata.
Sono spesso sbadati e facilmente distratti da stimoli che risultano irrilevanti per gli altri. Spesso cambiano argomento all’interno di una conversazione.
Si è portati a pensare che il bambino sia semplicemente svogliato, disattento e irrequieto. Gli estranei, osservandolo, si fanno l’idea che il comportamento “maleducato” del ragazzo sia dovuto ad una cattiva educazione da parte dei genitori.
ADHD: cosa fare e a chi rivolgersi?
Non basta osservare uno o più comportamenti insoliti per una diagnosi definitiva. Questa invece deve rispondere a numerosi criteri ben definiti e stringenti; la diagnosi di ADHD è per questo motivo un atto di esclusiva competenza medico-specialistica.
E’ necessario in questi casi, che vi sia la valutazione di uno psicologo o di un neuropsichiatra infantile al fine di operare una diagnosi differenziale fra una condizione di ADHD o piuttosto la presenza di altri tipi di difficoltà.